Le Naumachie erano battaglie navali riprodotte in un apposito
bacino che poteva essere riempito d'acqua. Gli attori combattenti
(naumacharii) erano in genere criminali condannati a morte (a cui
veniva risparmiata la vita se dimostravano abilità e coraggio),
schiavi, marinai pagati o gente assoldata al momento. I combattenti
(e non solo i gladiatori, come si pensa) inoltre, salutavano
l’imperatore prima della battaglia con la celebre frase “Ave
Caesar, morituri te salutant”.
Gli attori/combattenti dovevano indossare le armature del
paese rappresentato e venivano incoraggiati dal pubblico, che
parteggiava per gli uni o per gli altri. Questi spettacoli furono
ideati a Roma e raramente rappresentati altrove perchè erano
costosissimi, poiché le navi erano complete in tutti dettagli, e
potevano essere gravemente danneggiate, se non addirittura affondate.
I Romani chiamavano questi spettacoli navalia proelia
(battaglie navali) ma essi sono conosciuti con l’equivalente
termine greco naumachia, che venne ad indicare al tempo stesso lo
spettacolo ed il sito costruito allo scopo.
Le naumachie spesso intendevano
riprodurre famose battaglie storiche, come quella dei Greci che
batterono i persiani a Salamina. Gli spettacoli dovevano essere
impressionanti: ad esempio in una naumachia rappresentante l’assedio
ateniese a Siracusa, si costruì una fortezza al centro del bacino,
così che gli "Ateniesi" potessero sbarcare ed impadronirsi
della piazzaforte "Siracusana". in origine e giochi erano gestiti da sacerdoti per questioni di culto e duravano solo un giorno, ma si arrivò nel quarto secolo ad avere ben 177 giorni di naumachie all'anno. La
prima naumachia conosciuta è quella organizzata da Giulio Cesare a Roma nel 46 a.C. per il suo quadruplice trionfo.
Dopo aver fatto scavare un ampio bacino vicino al Tevere, nel Campo Marzio capace di contenere vere biremi, trieremi e quadriremi.
Si combattè una battaglia tra Fenici ed Egiziani.
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