giovedì 4 maggio 2017

GLI ALTRI MONUMENTI DEL PARCO ARCHEOLOGICO

Anfiteatro romano
Uno dei primi monumenti che si incontrano una volta entrati è l’anfiteatro romano. Venne realizzato nella prima età imperiale romana e fu riportato alla luce nel 1839 dal duca di Serradifalco; è lungo 140 metri e largo 119. Purtroppo di questo non rimane molto in piedi a causa delle devastazioni medievali che hanno ridotto di molto quello che era uno dei maggiori anfiteatri d’Italia, le sue dimensioni erano infatti di poco inferiori a quelle dell’arena di Verona. Tuttavia è ancora ben conservata l’arena, alle cui estremità sono ancora riconoscibili gli ingressi e al cui centro è presente una vasca quadrangolare, usata come supporto agli spettacoli; la parte più bassa delle gradinate, detta cavea, sotto la quale è ancora visibile il tunnel di servizio utilizzato per gli accessi al teatro. Tra le parti che  sono andate distrutte vi era un imponente arco, dedicato ad Augusto, del quale sono ancora visibili solamente le fondamenta. All’interno dell’anfiteatro si svolgevano i combattimenti tra gladiatori e belve feroci e tutta la popolazione accorreva per vederli. 

Ara di Ierone
Proseguendosi può osservare l’ara di Ierone II, considerata da Diodoro uno degli edifici più importanti che siano mai stati costruiti a Siracusa. Si tratta di una piattaforma di pietra quadrangolare lunga quasi 200 metri con delle scale di accesso, voluta dal re siracusano Ierone II nel III secolo a.C. probabilmente dedicata a Zeus Eleutherios (liberatore), ma non si sa con precisione. Qui si svolgevano diversi sacrifici tra i quali vi era quello dedicato alla festa delle Euleutherie nella quale venivano sacrificati 450 tori e con ciò si spiegherebbero le dimensioni così maestose dell’altare.                                                                                                                                                                             Sulla destra del teatro, scendendo dalla sua scalinata di legno, si entra nella vallata delle Latomie, meglio conosciute come latomie del paradiso, costruite intorno al V secolo a.C. ed utilizzate fino in epoca romana. Si tratta di una vallata artificiale scavata a “forza di braccia” e un tempo utilizzata come prigione per migliaia di schiavi; essere rinchiuso in queste prigioni significava essere condannati a morte poiché i rinchiusi venivano lasciati morire di fame, di stenti e non avevano possibilità di fuga. Oggi al contrario è un angolo incantevole caratterizzato da una lussureggiante vegetazione mediterranea. 
Fa parte delle latomie del Paradiso anche la celeberrima grotta chiamata  "Orecchio di Dioniso"
Ingresso dell'orecchio di Dioniso

appellativo creato da Caravaggio, poiché quando la vide e conobbe la storia che la legava al tiranno Dionisio I di Siracusa pensò che fosse davvero appropriato. La leggenda narra infatti che il tiranno di Siracusa era solito imprigionare i propri nemici all’interno di questa grotta. Ne origliava le loro discussioni, grazie alla potente risonanza che vi è al loro interno e ad una piccola fessura dove si presume Dionisio appoggiasse il suo orecchio così da poter essere sempre un passo avanti rispetto ai suoi nemici. La sua altezza è di 20 metri presso l'ingresso, all'interno invece aumenta divenendo 35 metri La sua larghezza va dai 5 agli 11 metri e si estende per una profondità di 65 metri. Molti artisti antichi hanno deciso di trattare le latomie, uno di questi è Cicerone, quando nelle Verrine le descrive in questo modo: “Tutti voi avete sentito parlare, e la maggior parte conosce direttamente, le Latomie di Siracusa. Opera grandiosa, magnifica, dei re e dei tiranni, scavata interamente nella roccia ad opera di molti operai fino ad una straordinaria profondità. Non si può immaginare nulla di così chiuso da ogni parte e di sicuro contro ogni tentativo di evasione, se si richiede un luogo pubblico di carcerazione, si ordina di condurre i prigionieri in queste Latomie”.        
      
La "Tomba di Archimede"
Un’altra famosa attrazione turistica nella Neapolis è la tomba di Archimede. Fa parte della necropoli presente nella parte più settentrionale del parco archeologico,cosiddetta “delle Grotticelle”. La tomba si distingue dalle altre perché è sovrastata da un timpano triangolare scavato nella roccia. In realtà però essa è solo una leggenda, poiché la vera ubicazione del sepolcro del celebre matematico è descritta da Cicerone e gli elementi che ci fornisce non corrispondono in alcun modo alla grotta nella necropolis, anche se si è ancora incerti sul luogo effettivo in cui si trova la tomba di Archimede.

                         

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