La
parola teatro deriva dal greco θ ε α ω che
significa stare a guardare.
Per
i Greci andare a teatro non era una semplice occasione di svago, ma
rappresentava un momento importante della vita e di unione. L'evento
teatrale aveva la valenza di un'attività morale e religiosa. Ogni
classe sociale poteva recarsi a teatro: era un momento di importanza
sociale, culturale e di educazione. Dal V sec. in poi la
partecipazione fu aperta anche alle donne e ai bambini. La
rappresentazione teatrale non era un semplice spettacolo, ma un rito
collettivo della polis che coinvolgeva prima di qualsiasi altra cosa
la religione.
Gli
spettacoli erano messi in scena in occasione delle feste annuali in
onore di Dioniso, che si dividevano in Grandi Dionisie, che si
tenevano tra il 9 e il 14 del mese di Elafebolione (che corrisponde a
marzo-aprile) e Piccole Dionisie (in autunno). Durante le Grandi
Dionisie di rappresentavano soprattutto tragedie e l’evento
teatrale si svolgeva in un clima di festa dal momento che con il
preannuncio della primavera i mari diventavano più navigabili,
permettendo un maggior afflusso di persone nella città; durante le
Piccole Dionisie, invece, si rappresentavano commedie e satire,
poiché il pubblico era prevalentemente ateniese ed era possibile
fare riferimenti alla società ed alla politica che solo i cittadini
erano in grado di comprendere. Inoltre le attività lavorative
venivano sospese, permettendo ai cittadini di uscire dalla sfera del
quotidiano.
Il teatro era molto importante anche per l’istruzione (scopo
paideutico->educativo), soprattutto per quanto riguarda gli uomini
tra il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Ancora oggi a Siracusa è possibile assistere nel tetro antico alle rappresentazioni classiche.
STRUTTURA
Le
rappresentazioni teatrali si svolgevano inizialmente in uno spiazzo
attorno al quale si riuniva il pubblico, successivamente furono
costruite strutture di legno e in muratura, sempre a cielo aperto.
- CAVEA () (luogo da cui si vede), è lo spazio a gradoni riservato gli spettatori, all’inizio trapezoidale, poi a semicerchio. Solitamente la cavea era costruita sfruttando un declivio naturale del suolo. Gli spettatori trovavano posto su sedili di legno, mentre il sacerdote della città ospitante il teatro sedeva in prima fila su uno scranno in pietra.
- CORSIE () corridoi che percorrevano orizzontalmente la cavea e che permettevano l’accesso agli spettatori .
- ORCHESTRA (ὀρχήστρα) spazio circolare o semicircolare alla base della cavea, dove agiva e danzava il coro. Il nome deriva dal termine (orchéomai) che significa danzare
- PARASKENION () entrata laterale sulla scena
- PARODO() ingresso laterale verso l’orchestra attraverso cui il coro entrava e usciva di scena rispettivamente all’inizio e alla fine della rappresentazione. Dalla parodo potevano entrare e uscire anche gli attori: di norma se il personaggio entrava da destra significava che, nella finzione scenica, proveniva dalla città, dall’agorà o dal porto; se faceva ingresso da sinistra ,voleva significare che giungeva dalla campagna.
- PROSCENIO () palcoscenico che poteva raggiungere i tre metri di altezza, su cui recitavano gli attori; le divinità intervenivano stando su una piattaforma rialzata.
- SCALE () scalette che attraversavano verticalmente la cavea suddividendola a settori a cuneo; tale distribuzione consentiva la rapidità dell’afflusso e del deflusso degli spettatori.
- SCENA () in origine era una semplice struttura il legno e tendaggi da cui entravano e uscivano gli attori, che fungeva anche da camerino e guardaroba. Successivamente diventò una costruzione più complessa che faceva da sfondo al dramma: sullo sfondo si aprivano delle finestre e delle porte, dalle quali gli attori potevano fare ingresso o uscire,che rappresentavano gli ingressi di abitazioni o palazzi.
Gli
attori
Nei primi tempi vi fu un unico attore, che interloquiva ed interpretava quello che il coro eseguiva o mimava mediante il canto e la danza. Furono successivamente Eschilo e Sofocle ad introdurre il secondo ed il terzo attore, numero che rimase inalterato. A seconda dell’importanza dei ruoli che spettavano loro, gli attori si distinguevano in ‘protagonista’, ‘deuteragonista’, ‘tritagonista’. un singolo attore interpretava più ruoli, sia maschili sia femminili, essendo alle donne interdetta la recitazione.
I
costumi
Il costume era riccamente rifinito di disegni vistosi, e spesso a colori vivaci, poiché doveva richiamare l’attenzione su tutti gli spettatori, anche quelli più lontani. I personaggi in lutto o in sventura erano abbigliati di nero, e quelli di condizione regali contraddistinti dalla porpora. Gli attori indossavano il chitone, una tunica dalle lunghe maniche, sul quale si poneva o un lungo mantello adagiato sulla spalla destra, o la clamide un mantello corto sulla spalla sinistra. Si indossavano stivali morbidi dalle suole sottili, i coturni, talora decorati e allacciati, che coprivano parte del polpaccio.
Le
maschere
Nessun commento:
Posta un commento