giovedì 4 maggio 2017

La nascita della moneta

dal baratto alla coniazione delle prime monete

Prima metallica, poi cartacea, ora elettronica, la moneta è lo strumento di pagamento comunemente usato per comprare ciò di cui gli individui, le organizzazioni e le società hanno bisogno. La sua evoluzione ha accompagnato lo sviluppo delle civiltà e di essa vi sono ampie tracce nella storia, sin dalla più lontana. La moneta pone anche in relazione culture e società diverse, individui, prodotti e servizi di varia provenienza nonché differenti modi di contare e linguaggi. In un certo senso, è anche un elemento di aggregazione.

Baratto
Per secoli il commercio si è fondato sul baratto, cioè la cessione di una merce in cambio di un’altra. Il limite di questo sistema era strettamente legato alla difficoltà di incontrare qualcuno in possesso del bene desiderato che accettasse di cederlo in cambio del bene offerto. È evidente quanto fosse raro il verificarsi di questa “doppia coincidenza dei desideri”. Inoltre, non tutte le merci potevano essere trasportate e quelle deperibili non potevano essere accumulate in attesa di scambi futuri (realizzare risparmio non era un obiettivo facilmente raggiungibile). Un altro grave svantaggio era costituito dall’impossibilità di attribuire un valore oggettivo alle merci: l’assenza di un’unità di conto, di un metro comune, impediva di confrontare il valore di merci diverse.

Storia della moneta antica (video da superquark)

Moneta-merce
Le prime forme di moneta erano costituite da particolari merci scambiate in specifici contesti sociali ed economici; si trattava di beni come il sale, il bestiame, l’avorio, i metalli, in particolare quelli preziosi, il cui valore era riconosciuto da gran parte degli operatori economici.
Queste merci avevano alcune caratteristiche comuni: erano rare ma sufficientemente reperibili, conservavano il loro valore nel tempo ed erano da tutti apprezzate e riconosciute come merci di pregio. Il valore di questa moneta-merce si basava sul valore intrinseco del bene utilizzato.

Metalli preziosi
I metalli preziosi, usati come moneta sotto forma di lingotti, pepite, polvere, si imposero rapidamente perché soddisfacevano i requisisti della moneta-merce. Lo scarso ingombro, inoltre, ne rendeva facile il trasporto e la custodia.
Anche questo strumento di pagamento comportava, però, alcuni inconvenienti di utilizzo. Chi riceveva in pagamento un lingotto o della polvere preziosa doveva accertarne il peso dichiarato, perciò doveva sempre disporre di una bilancia.

Passaggio alla moneta
La transizione da un metodo (pesatura ripetuta di pezzi di metallo) all’altro (accettazione di pezzi contrassegnati, tagliati in precedenza secondo determinati valori ponderali) non fu rapida né simultanea in tutte le aree: il passaggio avvenne negli ultimi decenni del 7° sec. a.C. a opera dei Lidi, le cui prime serie monetali ebbero forma globulare e notevole spessore.
Queste monete, e quelle simili emesse più o meno contemporaneamente da città greche dell'Asia Minore e delle isole dell’Egeo, erano realizzate in elettro, una lega di oro e argento presente in fiumi dell’Asia Minore e della Lidia. In quanto lega naturale, poteva essere varia la proporzione reciproca dei suoi componenti, con conseguente alterazione del valore intrinseco delle monete, che erano prodotte sempre nello stesso peso: un inconveniente per cui l’elettro fu abbandonato e sostituito con l’oro e/o con l’argento.
 Particolarmente interessante per gli studiosi una moneta il cui dritto è rappresentato da una serie di striature parallele tra loro, mentre il retro reca impresse una o più figure rettangolari (in termini tecnici “quadrato incuso”). Questa moneta, difficilmente databile, si colloca prima del 610 a.C. E’ ritenuta da molti la prima moneta.

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