giovedì 4 maggio 2017

PARCO ARCHEOLOGICO di SIRACUSA
Il parco archeologico della Neapolis è un’area naturale corrispondente ad una piccola parte dell’antico quartiere di Siracusa in epoca ellenistica. E’ con ogni probabilità la meta turistica più visitata della città e contiene i resti più importanti della Siracusa greco-romana, tanto da far valere alla città il titolo di patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.  

E’ stato realizzato tra il 1952 e il 1955 con l’intenzione di racchiudere in un unico sito protetto tutti i monumenti della zona, evitando così che un giorno essi potessero essere danneggiati dall’espansione urbanistica. Infatti tra gli anni 50 e 80 a causa dell’incremento demografico e di questa espansione urbanistica molti monumenti che non facevano parte del parco (necropoli, terme, templi, strade antiche) furono danneggiati e sommersi dalla nuova edilizia, cosa che non avvenne per i monumenti interni al sito. 

Mappa del parco archeologico
Allo stesso modo ha protetto la flora della zona e numerosi alberi, che fanno parte di una vegetazione di tipo mediterraneo e che rendono il clima umido, costituendo così l’area verde più vasta di Siracusa. Si trova nei pressi nel fiume Anapo e sorge sul colle Temenite, menzionato da Tucidide nel racconto della guerra del Peloponneso, il quale divide in due le caratteristiche territoriali del parco: a sud di esso si trovano i primi monumenti della Neapolis, mentre a nord vi sono le latomie.                                                                                                                        
Cisterna romana e chiesa di San Nicolò
L’ingresso del parco è costituito dall’antica chiesa di San Nicolò ai Cordari. Sotto di essa si trova la cosiddetta piscina romana, ovvero un grande serbatoio, scavato nella roccia delle antiche latomie greche, collegato attraverso l’acquedotto greco con il sistema di alimentazione idrica del vicino anfiteatro romano, al fine di poter mettere in scena scontri navali. In età bizantina questo luogo fu trasformata in luogo di culto sotterraneo e in seguito fu utilizzato come cripta della chiesa soprastante. Nel corso degli anni ’90, durante i restauri della pavimentazione della chiesa vennero anche ritrovate alcune sepolture databili I-II secolo d.C. 



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